Notte Stellata, racconto di Sabrina Tutone
Era notte, il cielo era pieno di luci brillanti e le stelle facevano a gara di lucentezza. Sulla terra tanta gente piena di speranze. Il loro sguardo verso il cielo, era colmo di aspettative e con tanti sogni da realizzare. Ad un certo punto , come per incanto, si videro lanciare delle corde dalle stelle che sembravano invitare a salire e a portare di persona il loro cuore , le loro attese, le loro voglie, le loro smanie e perché no anche un po’ di nostalgia e qualche rimpianto . Le persone incuriosite si avvicinavano e cercavano di afferrare le corde per salire, ma non era facile. Solo i più allenati e i più energici ce la facevano . Era una questione di esercizio e di tecnica. Non serviva l’astuzia e neanche la furbizia, ma solo forza e vigore . Era un’ alternarsi tra braccia e gambe, un susseguirsi di movimenti. Era quell’elasticità che avrebbe permesso loro di affrontare il vuoto senza il timore di cadere. Erano li, tutti in fila, che volevano provare e cercavano con lo sguardo e con gli occhi di rubare un’idea, ma la vera prova non era restare, ma andare su in cima per poi scendere giù. Qualcuno rinunciava poiché il percorso era troppo lungo e difficile. Erano consapevoli che nessun paracadute, nessuna rete li avrebbe salvati nel caso in cui avessero perso l’equilibrio. Era tutto incerto. Amico del tempo e nemico della paura e delle tenebre.

Inizia così il conto alla rovescia. Il silenzio e l’attenzione si concentravano in quell’atmosfera fatta di calma e inquietudine. Nell'aria si potevano percepire i battiti dei cuori in tumulto . Ognuno con le sue fobie si ritrovava a dover affrontare un cammino difficile e doloroso per poter raggiungere il traguardo. La consapevolezza, li avrebbe condotti a scontrarsi con le loro angosce e le loro ansie. Un insieme di sintomi e condizioni che avrebbero dovuto affrontare in quella dura e difficile salita al cielo, dove ad ogni passo avrebbero sentito il loro cuore palpitare sempre più veloce sino a togliere l’aria. Una prova da superare con l’aiuto della logica. Un’alleanza che si doveva stringere con il proprio io, con l’obiettivo di raggiungere e concretare i propri bisogni e le loro aspirazioni.
Era già mezzanotte e ancora nessuno era riuscito a salire. Tutti cadevano in maniera goffa su quel terriccio verde e fangoso. Alcuni afflitti piangevano. Al contrario altri affrontavano la prova con un certo sarcasmo e con un pizzico di vanità. Senza pensarci , agguantavano la corda, si dondolavano, cercavano con la gamba di trovare il sistema per appoggiarsi , l’arrotolavano al piede e poi scivolavano . Diversamente altri si aiutavano o con la schiena o con la spalla sostenendosi ma il tutto con miseri risultati.

Infatti, non avevano capito come dovevano fare. Era incredibile vederli agitarsi nell’aria o fasciarsi le mani con bende rudimentali, così sicuri di sé, gonfi di superbia e autorevolezza. Dall’alto le anime l'incitavano a salire e non comprendevano perché non ci riuscissero. Pensavano che forse non erano abbastanza motivati. Improvvisamente dall'alto si udì una voce echeggiare una voce possente:
“Voi laggiù, che state combinando? Perché non vi affrettate? Il sole sta per sorgere e voi siete ancora li, fermi, senza aspirazioni , senza sogni. Vergogna! Dove avete abbandonato il vostro cuore, il vostro valore e la vostra audacia?. Se pensate che questa notte vedrete cadere una stella, vi sbagliate. Perciò muovetevi, noi non resteremo qui in eterno ad aspettarvi e non è detto che domani vi sarà data un’altra opportunità. Domani è un altro giorno , forse non saremo più noi, quindi fatelo adesso.
Tutti, angosciati all'idea di non vedere realizzati i loro sogni iniziarono a dialogare e a formare dei gruppi. Servivano soluzioni. Ed ecco che una persona tira fuori dalla tasca un manuale e inizia a leggere:
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“La corda deve pendere all’altezza del cuore. Bisogna essere completamente rilassati e concentrati . Occorre svuotare la mente, alleggerire il corpo per poterla afferrare , stringerla strettamente fra le mani e con la forza delle braccia iniziare a sollevarsi verso l’alto”.
Uno del gruppo alza il braccio e fa una domanda :
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“C’è scritto come si scende? Io vorrei tornare sulla terra sano e salvo.”
Un altro risponde:
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“Ci vuole fermezza. Si scende nello stesso modo di come si è saliti, la corda si frena con le ginocchia. Proviamo! C’è un volontario?”
Si fa avanti un giovane e mentre si avvicina alla corda, gli altri lo aiutano sistemandogliela al meglio. Il ragazzo respira profondamente, sovrappone braccia e mani e inizia a salire lentamente fino ad arrivare in cima.
L’anima, felice di ricevere finalmente un essere umano , accoglie il suo desiderio e gli domanda:
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“Sei sicuro, è questo che vuoi?”
E l’uomo risponde:
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“Si”
E poi con calma scende.
Tutti i presenti uno alla volta salgono con la stessa tecnica .
Erano riusciti a trovare il sistema giusto per realizzare i loro desideri Avevano la consapevolezza che quell'esperienza li avrebbe profondamente cambiati. [31/8/2014]
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E se non lo hai ancora fatto leggi di Sabrina Tutone anche il racconto "L'impronta".